Sampdoria, una beffa atroce Werder avanti ai supplementari.....


Champions League: impresa sfiorata dei blucerchiati, che a Marassi sognano la qualificazione fino al 93', quando Rosenberg manda la sfida all'extra-time. Una splendida doppietta di Pazzini e un gol di tacco di Cassano avevano ribaltato lo svantaggio accumulato a Brema. Poi è Pizarro a trovare la rete decisiva del 3-2

 

 
GENOVA, 24 agosto 2010 - La gioia, la speranza, l’attesa, la beffa, la delusione. Notte incredibile per la Sampdoria. Notte dai mille sapori, ma alla fine rimane in bocca il gusto amarissimo di un’impresa soltanto sfiorata. E’ il Werder Brema a qualificarsi per la fase a gironi di Champions League: dopo il 3-1 maturato a Brema per i tedeschi, ai blucerchiati non basta la vittoria per 3-2 a Marassi. A rendere il risultato così difficile da digerire, però, è il fatto che al 93’ il tabellone del Ferrarsi recitasse ancora “3-0” per la Samp, in virtù delle magie di Pazzini e Cassano. Poi la sassata di Rosenberg, che allunga la sfida ai supplementari. E infine il gol-qualificazione di Pizarro.
La delusione di Cassano. Ansa
La delusione di Cassano. Ansa
"PAZZO" DA URLO — L’avvio di gara è quello che i 30mila tifosi blucerchiati presenti allo stadio sognavano. Pazzini ricomincia da dove aveva finito a Brema: in meno di un quarto d’ora manda due volte il pallone alle spalle di Wiese, regalando alla Samp il virtuale passaggio del turno. Il “Pazzo” sblocca il risultato all’8’ con un colpo di testa (in leggero fuorigioco) ispirato da un cross di Cassano e favorito dal solito, orrendo posizionamento dei difensori biancoverdi. Sempre lui, allo scoccare del 14’, inventa un gol da applausi: la punizione di Stankevicius ispira il gran destro al volo dell’attaccante azzurro, in anticipo su Fritz, per il 2-0. Fino all’intervallo, Di Carlo si gode una Samp veloce, concreta, determinata. E resa più imprevedibile da un Guberti schierato opportunamente alle spalle dei due attaccanti, trasformando il 4-4-2 in un 4-3-1-2. Mossa che, tra l’altro, rende più complicati i movimenti di Frings, l’uomo che da sempre organizza le manovre del Werder. Parlando di scelte tattiche, funziona assai meno bene la sorpresa architettata da Schaaf: Pizarro parte inizialmente al centro di un trio di mezzepunte completato da Borowski a destra e Marin a sinistra, dietro alla prima punta Wagner. Gli effetti sono deludenti per i tedeschi. E se Fritz non rinviasse sulla linea di porta l’ennesimo colpo di testa maestoso di Pazzini, la barca del Werder affonderebbe prima del riposo.
CASSANO, POI IL GELO — Il secondo tempo della Samp è meno spettacolare del primo: i minuti passano, il traguardo si avvicina e la tentazione di gestire il risultato è forte, ma comporta il rischio di arretrare troppo il raggio d’azione. Ci si mette pure un po' di sfortuna: Tissone, subentrato a Guberti per accentuare il pressing a centrocampo, accusa subito un guaio muscolare e deve lasciare il posto a Mannini, "bruciando" così una sostituzione. Il Werder, liberato dalla pressione blucerchiata e bisognoso di un gol per tornare in corsa, ne approfitta e guadagna campo. Curci deve preoccuparsi soprattutto delle incursioni di Marin, che sulla fascia sinistra salta sistematicamente Stankevicius, ma la squadra di Schaaf costruisce poco fino al 93’, il minuto fatale. Rosenberg, entrato al posto di uno spento Wagner, va via sulla destra e infila un diagonale potente su cui Curci non arriva. E’ il 3-1 e si va ai supplementari.
Il guaio, per la Samp, è che Cassano era appena uscito, zoppicante. E l’ingresso in campo di Pozzi aveva esaurito i tre cambi a disposizione di Di Carlo, che per la mezz’ora finale si ritrova una squadra stanchissima. Il Werder, invece, gira ancora a mille all’ora, sfruttando la freschezza dei suoi giovani e l’entusiasmo dello scampato pericolo. Marin continua a essere immarcabile e centra l’incrocio dei pali con un destro favoloso. Ancora lui, al minuto numero 100, salta due uomini e appoggia per Pizarro, che arriva al limite dell’area e supera Curci con un gran rasoterra. La Samp accusa il colpo, non ha più la forza di reagire. E se Marin non colpisse ancora il palo, con successivo errore di Arnautovic a porta vuota, la squadra di Schaaf pareggerebbe pure il conto. La vittoria del match di ritorno, invece, resta in mano alla Samp. Magra consolazione. A rincuorare i tifosi ci pensano gli applausi di un pubblico riconoscente. E le parole del presidente Garrone a fine gara: “Nessuna cessione importante, vogliamo essere protagonisti in campionato e in Europa League”.

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